GLI antibiotici hanno cambiato il mondo. "Ma ora rischiamo di tornare a un mondo senza antibiotici" mette in guardia oggi un editoriale del British Medical Journal. Non che i farmaci stiano sparendo dagli scaffali, anzi. In Italia ogni persona ne consuma più di due confezioni ogni anno. Ma la rapidità con cui i batteri riescono a sopravvivere ai nostri medicinali è molto superiore al ritmo con cui le aziende farmaceutiche mettono a punto nuove armi. Proprio al 1998 risale il primo appello dell'Organizzazione mondiale della sanità per un uso responsabile di questi farmaci.
Dieci anni più tardi, la corsa fra camici bianchi e bacilli vede i secondi marciare a velocità superiori. "I maggiori successi della medicina moderna rischiano di venire meno. Senza l'efficacia degli antibiotici, interventi chirurgici, trapianti di organi e chemioterapia contro i tumori sarebbero impensabili" sottolinea Otto Cars, il professore dell'università di Uppsala che da una vita si occupa di antibiotico-resistenza.
L'erosione è lenta, e per questo passa inosservata. Ma ogni volta che si usa un antibiotico, alcuni batteri sopravvivono al trattamento. Il ceppo resistente si moltiplica e si rafforza in base al principio della selezione naturale. La prossima volta che l'antibiotico verrà usato per cancellare un'infezione, avrà lo stesso effetto dell'acqua fredda. Davanti al fallimento di un farmaco, l'unica strada è cercarne uno alternativo.
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Quando tra il 1928 e il 1929 Alexander Fleming scoprì la penicillina e diede al mondo la possibilità di rendere innocue infezioni che prima erano fatali, regalò al mondo un vero e proprio "bene collettivo". Con gli antibiotici, l'errore di un individuo viene pagato da tutti. "Ogni volta che ciascuno di noi ne consuma una dose, esaurisce inevitabilmente una frazione della sua efficacia" fa notare Cars. Basta una singola terapia sbagliata per far nascere un ceppo più resistente e farci perdere miglia nella corsa fra uomini e batteri.
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"Davanti al fallimento di un farmaco, l'unica strada è cercarne uno alternativo."
A mio avviso il problema è proprio questo. Davanti al fallimento di un farmaco come un antibiotico bisogna utilizzare gli antibiotici solo come strumento salvavita. A mio avviso non dovrebbero essere più disponibili nelle farmacie!
Come qualcuno sa ho seri problemi di asma. Negli ultimi 2 anni (come i precedenti) ho avuto parecchie "bronchiti" anche con febbre alta. Eppure da due anni non uso antibiotici, anche grazie a un supporto omeopatico. Ed anche grazie ad un utilizzo minimo di cortisone, che abbatte le difese immunitarie, non ho rischiato di finire in ospedale con una bronchite acuta come mi è capitato due volte nel 2001 e nel 2004. Ma ho dovuto cambiare completamente rotta anche se la mia qualità di vita rimane scarsa "per tante ragioni e nessuna ragione"!!
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