sabato, marzo 28, 2009

Rivoluzione

La rivoluzione si fa interiormente se si vuole che abbia effetto esteriore su noi stessi, sugli altri e sulla società intera. Sono sempre più convinto, e la convinzione si rafforza quando sento le chiacchiere sterili di una politica che poggia il suo potere più sulla strategia del consenso che su quella di un benessere comune. Questo vale per tutti. Ma d'altra parte anche noi nel nostro piccolo cerchiamo sempre di risolvere i problemi con le chiacchiere, che chiamamo dialogo, ma il vero dialogo è quello che parte da una rivoluzione interiore.
Ghandi era Ghandi per il lavoro che ha fatto dentro di se che poi lo ha portato a fare ciò che ha fatto, riuscendo a far muovere contro le ingiustizie interi popoli, in modo non violento.
Mi auguro che il nuovo Ghandi si chiami Obama. Mi piace il suo approccio che partendo dal possibile, tramite il Dialogo, anche con i cosiddetti "nemici", prova a fare ciò che sembra oggi impossibile.
Le posizioni giuste, corazzate dentro un atteggiamento ideologico, che parte dall'impossibile, saranno sempre indebolite nella loro forza di coinvolgimento delle masse che è il passo finale per realizzare le vere rivoluzioni. Spesso mi ritrovo con gran parte delle idee della sinistra massimalista, come in quelle del cattolicesimo, o di altre tradizioni religiose, anche se sono agnostico.
Il problema dei vari approcci è l'attegiamento dogmatico, per molti aspetti in opposizione tra loro ma per molti altri comune.
Questo pone delle barriere che rendono il Dialogo impossibile, spesso anche per realizzare ciò che è condiviso.
Così in Italia e non solo trova spazio ilpopulismo telecratico che crea consenso con la suggestione ipnotica generalizzata che opera attraverso il mezzo più potente di perversione delle masse, la televisione. E' anch'essa una rivoluzione ma dell'apparenza, della esteriorità, della bellezza da mostrare più che da posssedere. La televione ci pone il prosciutto posto sugli occhi della mente, ci ipnotizza in modo tale che noi spettatori, in stato di ipnosi, condizioniamo la televisione stessa ,attraverso l'Auditel, nella scelta del mezzo che ci ipnotizza meglio, ottundendoci le capacità di pensare criticamente.

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