Usare l'ironia, il paradosso e l' umorismo per guarire la mente: é possibile e funziona. Lo dimostrano i settemila casi di pazienti trattati dal prof. Frank Farrelly, il padre della "terapia provocativa".... "Io non faccio miracoli di guarigione - ha detto Farrelly - io sono solo un catalizzatore. Un piccolo elemento che può favorire un grande cambiamento". La "terapia provocativa", che è anche il titolo del libro scritto da Farrelly nel 1963, è nata diciannove anni fa in un momento di sconforto. Farrelly era giunto alla 91.ma seduta con un paziente schizofrenico ricoverato da tempo in ospedale, che non aveva alcuna intenzione di guarire. Anzi, il paziente «regrediva» come dicono gli psichiatri. Allora Farrelly sbottò: "Se continui cosi ti dovrò dare la pappetta come i neonati. Poi perderai il controllo: ti farai la pipì addosso e ti dovrò cambiare i pannolini. E siccome hai un culo enorme mi ci vorrà un lenzuolo matrimoniale. Tu sarai nella storia della medicina il primo neonato con pelo pubico". Il paziente dapprima diventò rosso, poi scoppiò a ridere e da quel momento cominciò a collaborare. In sole sei sedute guarì e fu dimesso dall'ospedale. Era nata la "terapia provocativa".
Farrelly pensa che l' umorismo possa essere non solo curativo ma anche preventivo dei disagi e dei disordini mentali. "Il proverbio dice: una mela al giorno leva il medico di torno. Io dico: una risata è meglio". Farrelly cita le ultime ricerche dell'università di Stanford in California e l'ultima opera di William Frye("Manuale di humour in 'psicoterapia") e afferma che la risata ha effetti biochimici importanti: dal punto di vista fisiologico è equivalente a una bella corsa a piedi.
E poi si è scoperto che il cervello rilascia encefaline durante il riso.
Insomma una risata fa bene sia ai sani che ai malati: "l'ansietà diminuisce - afferma Farrelly - aumenta I'autostima".
"Con l'anestesia della provocazione umoristica - afferma Alessandro Vannucci - in terapia possiamo toccare insieme al paziente zone scollanti della psiche senza bruciarci. Dal fatto di vedere la sua immagine, il suo mondo e le persone per lui significative in modo strano, imprevisto, mai visto, nascono nuove possibilità di rappresentarsi e di essere nel presente e nel futuro. E' una terapia umanistica, non interpretativa, ma basata sul fatto di far sperimentare al paziente altre parti di sé, rispetto a quelle con cui si identifica e che sono responsabili del problema per cui si sottopone alla terapia". Resta il fatto che i nastri-video con cui Farrelly documenta le sue sedute terapeutiche sono spesso umoristicamente irresistibili. "All' ultimo congresso junghiano a Città del Messico - ha ricordato Farrelly - c'erano molti serissimi psichiatri che cercavano di trattenersi dal ridere. Ma erano così buffi che facevano ridere gli altri".
Farrelly pensa che l' umorismo possa essere non solo curativo ma anche preventivo dei disagi e dei disordini mentali. "Il proverbio dice: una mela al giorno leva il medico di torno. Io dico: una risata è meglio". Farrelly cita le ultime ricerche dell'università di Stanford in California e l'ultima opera di William Frye("Manuale di humour in 'psicoterapia") e afferma che la risata ha effetti biochimici importanti: dal punto di vista fisiologico è equivalente a una bella corsa a piedi.
E poi si è scoperto che il cervello rilascia encefaline durante il riso.
Insomma una risata fa bene sia ai sani che ai malati: "l'ansietà diminuisce - afferma Farrelly - aumenta I'autostima".
"Con l'anestesia della provocazione umoristica - afferma Alessandro Vannucci - in terapia possiamo toccare insieme al paziente zone scollanti della psiche senza bruciarci. Dal fatto di vedere la sua immagine, il suo mondo e le persone per lui significative in modo strano, imprevisto, mai visto, nascono nuove possibilità di rappresentarsi e di essere nel presente e nel futuro. E' una terapia umanistica, non interpretativa, ma basata sul fatto di far sperimentare al paziente altre parti di sé, rispetto a quelle con cui si identifica e che sono responsabili del problema per cui si sottopone alla terapia". Resta il fatto che i nastri-video con cui Farrelly documenta le sue sedute terapeutiche sono spesso umoristicamente irresistibili. "All' ultimo congresso junghiano a Città del Messico - ha ricordato Farrelly - c'erano molti serissimi psichiatri che cercavano di trattenersi dal ridere. Ma erano così buffi che facevano ridere gli altri".
di Cesare Protetti
fonte integrale: Marco Avena
2 commenti:
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