E' meglio morire di tumore "inguaribile" vivendo tutta la fase della malattia in modo consapevole o è preferibile non far sapere niente al malato?
Sono capitati diversi casi di conoscenti, parenti che sono morti senza sapere ufficialmente niente della loro "condanna a morte".
Premetto che personalmente credo che solo una via consapevole possa invertire o rallentare un processo apparente inevitabile. Ma la consapevolezza è una parola che va molto oltre il sapere, che mi viene il dubbio che a volte sapere non significa poter svolgere un percorso consapevole verso l'ignoto che può essere anche la morte.
Nella nostra cultura la morte è qualcosa dalla quale si fugge senza rendersi conto che non sarebbe possibile senza la vita.
Illuminatemi se avete qualche sensazione più chiara della mia.
1 commento:
consapevolezza è (possibilità di) evolvere.
il resto è parte dei tabù.
ieri pomeriggio alle 16 si è spenta la mia amica nicoletta dopo un anno esatto dalla diagnosi di tumore cerebrale. lei sapeva, ha lottato. e poi non ce l'ha fatta. ma questo è un altro discorso.
e oggi, che mi sento sul bordo del grande e risucchiante vuoto che il suo andare ha creato, io sento che finché c'è vita E' vita. dopodomani non la penserò così, ma oggi, proprio oggi, ho la morte nel cuore e negli occhi e non mi fa stare molto bene.
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