Pensa che la nostra generazione sia capace di fare un sacrificio?
Sacrificare se stessa, rinunciare a tanti privilegi, per un futuro migliore?
Sacrificare se stessa, rinunciare a tanti privilegi, per un futuro migliore?
Il sacrificio dipende dai valori. Se il mio valore è avere la più
grande macchina, una piccola macchina sarà un sacrificio. Se
il mio valore è di risparmiare e di essere prudente, non mi sarà
così dificile esprimere un consumo più consapevole. Oppure,
andare in bicicletta è meglio che fare un altro viaggio, ecc.,
ma certo sacrificarsi è difficile, come anche rivedere valori che
sono radicati nella tradizione. Dobbiamo trovare un nuovo valore,
o meglio una nuova visione del mondo. Dobbiamo capire
che siamo tutti insieme, che siamo arrivati a un punto critico
e dobbiamo agire insieme per creare un mondo più consapevole,
più in pace, più sostenibile e che questo è possibile. La
possibilità c’è, ma non per lungo tempo. Questo è il problema:
la possibilità non resterà ancora aperta a lungo. Sappiamo che
un flusso positivo, una volta lanciato, diviene quasi impossibile
da frenare quando si innesca un processo di “exponential
growth”, di crescita esponenziale, in cui ogni elemento spinge
in avanti l’altro (“run away”). Sono processi che conosciamo
dalla cibernetica e riguardano l’ambiente, come la società e le
imprese. A livello d’ambiente naturale, la biosfera è un sistema
stabile e da cinque miliardi di anni si è mantenuto più o meno
dentro una soglia limite. Ora invece stiamo profondamente
sollecitando quest’equilibrio e, se s’innesca un processo di
feedback positivo di tipo “run away”, allora il rischio è non
poter più intervenire, con grave rischio di sopravvivenza per
la maggioranza della popolazione mondiale entro i prossimi
venti anni. Un gran pericolo incombe sull’umanità, ma pochi
se ne vogliono veramente rendere conto.
L'intervista completa la trovate qui
grande macchina, una piccola macchina sarà un sacrificio. Se
il mio valore è di risparmiare e di essere prudente, non mi sarà
così dificile esprimere un consumo più consapevole. Oppure,
andare in bicicletta è meglio che fare un altro viaggio, ecc.,
ma certo sacrificarsi è difficile, come anche rivedere valori che
sono radicati nella tradizione. Dobbiamo trovare un nuovo valore,
o meglio una nuova visione del mondo. Dobbiamo capire
che siamo tutti insieme, che siamo arrivati a un punto critico
e dobbiamo agire insieme per creare un mondo più consapevole,
più in pace, più sostenibile e che questo è possibile. La
possibilità c’è, ma non per lungo tempo. Questo è il problema:
la possibilità non resterà ancora aperta a lungo. Sappiamo che
un flusso positivo, una volta lanciato, diviene quasi impossibile
da frenare quando si innesca un processo di “exponential
growth”, di crescita esponenziale, in cui ogni elemento spinge
in avanti l’altro (“run away”). Sono processi che conosciamo
dalla cibernetica e riguardano l’ambiente, come la società e le
imprese. A livello d’ambiente naturale, la biosfera è un sistema
stabile e da cinque miliardi di anni si è mantenuto più o meno
dentro una soglia limite. Ora invece stiamo profondamente
sollecitando quest’equilibrio e, se s’innesca un processo di
feedback positivo di tipo “run away”, allora il rischio è non
poter più intervenire, con grave rischio di sopravvivenza per
la maggioranza della popolazione mondiale entro i prossimi
venti anni. Un gran pericolo incombe sull’umanità, ma pochi
se ne vogliono veramente rendere conto.
L'intervista completa la trovate qui
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