E' ben chiaro che le dinamiche sociali si possono ricondurre alla dinamica di un singolo individuo come la dinamica del singolo individuo possa essere ricondotta alla dinamica di una sua singola cellula.
In questa visione delle cose credo che l'esito delle elezioni, al di là del proprio punto di vista, al di là degli strumenti di distrazione di massa (TV e giornali), sia da ricondurre alla semplice espressione di una coscienza collettiva che ritiene più giusta una scelta piuttosto che l'altra. In questo contesto credo che ognuno di noi debba, in ogni caso, accettare serenamente l'esito delle urne. E' come accettare o meno una parte di sè stessi. Questo comunque ci deve spingere ad operare affinché nella coscienza globale si diffondano messaggi di armonia e di pace, partendo da se stessi. Se non si è in pace con se stessi difficilmente lo si può essere con chi ci sta accanto, e questo a catena si ripercuote un pò in tutta la società, senza voler ripescare il concetto della non-località, dell'interazione a distanza senza tempo (per la quale c'è più di una evidenza scientifica), che estende la nostra influenza alla globalità senza che sia necessario un contatto. Se vogliamo un mondo migliore non possiamo pensare che il compito spetti solo a chi ci governa, a chi ha posizioni di potere. Ognuno di noi, come ogni singola cellula del nostro organismo, ha il potere di avere una sua influenza, più o meno grande, nell'economia del benessere globale.
In questa visione delle cose credo che l'esito delle elezioni, al di là del proprio punto di vista, al di là degli strumenti di distrazione di massa (TV e giornali), sia da ricondurre alla semplice espressione di una coscienza collettiva che ritiene più giusta una scelta piuttosto che l'altra. In questo contesto credo che ognuno di noi debba, in ogni caso, accettare serenamente l'esito delle urne. E' come accettare o meno una parte di sè stessi. Questo comunque ci deve spingere ad operare affinché nella coscienza globale si diffondano messaggi di armonia e di pace, partendo da se stessi. Se non si è in pace con se stessi difficilmente lo si può essere con chi ci sta accanto, e questo a catena si ripercuote un pò in tutta la società, senza voler ripescare il concetto della non-località, dell'interazione a distanza senza tempo (per la quale c'è più di una evidenza scientifica), che estende la nostra influenza alla globalità senza che sia necessario un contatto. Se vogliamo un mondo migliore non possiamo pensare che il compito spetti solo a chi ci governa, a chi ha posizioni di potere. Ognuno di noi, come ogni singola cellula del nostro organismo, ha il potere di avere una sua influenza, più o meno grande, nell'economia del benessere globale.
Aggiungo questo link a Innernet dove si sta sviluppando una interessante discussione sul tema trattato in questo post, con vari punti di vista.
2 commenti:
Grande Francesco! Mi chiedevo che fine avessi fatto dopo il risultato delle elezioni...aspettavo impaziente un tuo commento e finalmente e' arrivato. Lo condivido pienamente.
Anche io condivido pienamente ogni parola e pensiero espresso!
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