"102 partecipanti hanno ascoltato 150 parole, organizzate in dieci temi (ad esempio, tipi di veicoli), letti da una voce maschile. Poi, 34 di questi partecipanti hanno ruotato gli occhi a destra e a sinistra in sincronia con un target orizzontale per 30 secondi (movimenti saccadici degli occhi); 34 partecipanti muovevano gli occhi in su e in giù in sincronia con un target verticale, e i partecipanti rimanenti hanno fissato lo sguardo di fronte, fissando un target stazionario.
Dopo i movimenti degli occhi, tutti i partecipanti hanno ascoltato un misto di parole: 40 parole che avevano già ascoltato in precedenza, 40 nuove parole senza alcuna relazione con le precedenti e 10 parole che erano nuove ma che corrispondevano ad uno dei temi originali. In tutti i casi i partecipanti dovevano dire quali parole avevano già ascoltato in precedenza e quali erano nuove.
I partecipanti che avevano effettuato dei movimenti oculari verso i lati ottennero i risultati migliori da tutti i punti di vista: riconobbero un numero maggiore delle vecchie e nuove parole come tali. Ma la cosa più importante fu che si lasciarono meno ingannare dalle parole nuove il cui significato corrispondeva ai temi originali, cioè esse venivano riconosciute correttamente come nuove. Questo è importante, poiché l’identificazione erronea di una di quelle parole “subdole” come “già ascoltata” è considerata una misurazione di laboratorio della falsa memoria."
Da "Vicino, più vicino, attaccato allo schermo" di Ivo Quartiroli, come al solito un approfondimento molto interessante
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