giovedì, gennaio 03, 2008
La scommessa della decrescita
Sto leggendo un libro veramente illuminante "La Scommessa della Decrescita" di Serge Latouche.
Si tratta è un eccellente manifesto sull'"OLISMO SOCIOECONOMICO" che l'autore chiama DECRESCITA (che non è l'opposto della crescita economica).
Masticando un pò di olismo, per passione e per necessità, trovo che i necessari cambiamenti di rotta per entrare in un'ottica olistica per il benessere del singolo, siano tratteggiati con maestria da Latouche per il benessere globale della società come del suo ambiente, per evitare che il Gigante Barcollante (il sistema socioeconomico attuale), per stare in equilibrio, debba continuare a correre crescendo e continuando così a schiacciare tutto ciò che trova sul suo percorso, fino a collassare sotto il suo stesso peso. Con un approccio completamente diverso richiama alla mia mente il libro recente di Lovelock "La Rivolta di Gaia" in cui Gaia, la Terra come essere vivente, che si evolve con le specie che vivono su di essa, rischia di subire un brusco collasso degli ecosistemi, che metterà a rischio l'esistenza di gran parte degli esseri viventi, uomo compreso, a causa del riscaldamento globale (prodotto della crescita!). Latouche è uno studioso di antropologia economica e nella sua esposizione divulgativa usa un linguaggio tecnico chiaro e appropriato, senza divagazioni su olismo e affini. Ma credo che il concetto di OLISMO si accosti bene ad una Teoria della Decrescita in cui, il mio benessere è il tuo benessere, e con questo faccio riferimento alle relazioni Nord-Sud del mondo, come a quella Uomo-Ambiente, o a quelle più elementari fra singoli esseri umani, etc. etc.
Non è una teoria disfattista, anche se può sembrare tale a coloro che credono nella supremazia del mercato e della scienza, che sarebbero in grado di risolvere qualsiasi problema. Ma intanto non sono state in grado di risolvere i problemi di una buona fetta dell'umanità per la quale la sopravvivenza è tuttora un'emergenza giornaliera.
A proposito di scienza lo stesso Latouche dice"una cieca fede nella scienza e nel futuro per risolvere i problemi del presente è contraria non solo al principio di precauzione, ma semplicemente al buon senso", e non credo che abbia torto.
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