martedì, giugno 30, 2009

Tragedia di Viareggio


Un altro pezzo di marcio delle coscienze che si materializza in tragedia.

I controlli di routine che diventano delle routine per produrre solo carta.

La sicurezza delle strutture che è un opinione.

Diventa emergenza solo dopo che accade il disastro.

Per poi ricominciare il ciclo del "finchè non accade niente di grave!?"

Ci vuole sempre un sacrificio in termini di morti per risvegliarsi!

Ma la veglia dura poco. Ripiombare nel sonno è solo questione di attimi.

5 commenti:

ME ha detto...

esistono gli incidenti,
esiste l'agire degli umani
che è più vero, seppur rischioso,
e meno sterile delle italianiche polemiche.

Francesco ha detto...

Esiste anche l'agire
che costruisce case di pasta frolla
che manda in giro bombe ambulanti sapendo di mandarle
strutture di cui si sa che ci sono problemi di sicurezza ma che finchè non accade niente è come se non esistessero.
Un discorso diverso è l'incidente che capita perchè si va oltre il proprio limite, in una situazione ad alto rischio, anche per divertimento, ma in questo caso di solito il morto che scappa è chi si lancia in una scarpata con gli sci, o che rimane intrappolato in alta montagna da una bufera di neve.

A Viareggio è morta gente che non aveva niente da spartire con la cisterna che è esplosa!

Il singolo può fare e disfare ciò che vuole sulla propria pelle.

Ben diverso è quando si gioca con la pelle altrui, essendone consapevoli, nell'indifferenza.

Anonimo ha detto...

Possibile che nel 2009 nel nostro Paese possano ancora succedere tragedie di queste dimensioni?
http://riflessioniquotidiane.wordpress.com

ME ha detto...

sì, tutto è possibile, ne siamo testimoni.

chi è senza peccato scagli la prima pietra invece che il primo tasto

Francesco ha detto...

Non l'ho capita!

Ci mettiamo il bavaglio?

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