Vi riporto questo pezzo di Giorgio Panzeri, il direttore di PC Professionale ,sulla pubblicazione online dei redditi. Anche in questo caso è l'occasione di far parlare chi sa! E per evitare pasticci sarebbe meglio consultare chi sa prima di fare scelte azzardate.
Personalmente giudico l’operazione irresponsabile, per la metodologia con la quale è stata effettuata. Concordo pienamente con l’Associazione Cittadini di Internet: il pericolo non sta solo nella micro criminalità che può identificare e colpire più facilmente chi è più abbiente. Pubblicare nome e cognome, reddito e data di nascita consente facilmente di ricostruire anche il codice fiscale e aiuta per i furti di identità. Che porteranno al proliferare dei crimini informatici.
Insomma, perché i politici non fanno i politici (attenti ai bisogni dei cittadini che rappresentano) e prima di fare operazioni di questo genere non si rivolgono a chi è competente delle problematiche e della sicurezza informatica, in questo caso del Web? Si vogliono comunque pubblicare i dati su Internet. Si crea un database criptato (eliminando i dati più sensibili, come la data di nascita) al quale si può accedere solo dopo identificazione e che permette la sola lettura dei dati senza poterli scaricare. In questo modo non solo è garantita la trasparenza, che sembra la sola cosa che importa all’attuale Ministro, ma anche la sicurezza delle informazioni. E poi, si parla tanto di privacy, ma in questo caso dov’è finita?
Giorgio Panzeri
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