venerdì, agosto 15, 2008

Non siamo i nostri pensieri- Non siamo i nostri malanni

Riemergo dal letargo da scrivente e faccio alcune osservazioni che sono emerse in questa giornata di Ferragosto.
Stamattina poco dopo il risveglio invio un sms ad una amica: niente di particolare riguardo il contenuto, soprattutto a livello emotivo.
Verso mezzogiorno mi chiedo ma cosa ho scritto alla mia amica? Non c'era verso che tornasse alla mente. La faccenda mi capita abbastanza spesso ed invio pochi sms al giorno, spesso nessuno. Mi capita anche con le e-mail. Meno con questioni lavorative o comunque dove sono coinvolti fatti e non opinioni, come spesso capita con i pensieri in libertà, che emergono spontaneamente dentro di noi.
Ritengo di avere una buona memoria ed una intelligenza superiore alla media, almeno secondo i canoni "quantitativi" secondo cui consideriamo la memoria e l'intelligenza. Sono una persona abbastanza emotiva ma questo non spiega il black-out che spesso ho del tipo descritto, che non è limitato a questo periodo per cui non posso dire di essere affetto da rincoglionimento precoce.
Verso mezzogiorno riscrivo alla mia amica facendo le seguenti considerazioni:
"Facevo fatica a ricordare l'sms inviato stamattina. Questo accade spesso anche quando esprimo buone intenzioni. Non è una questione di semplice memoria. La trappola mentale non ha presa e forse dimostra ciò che il buddismo e non solo sostengono: Non siamo i nostri pensieri belli o brutti che siano. Questo vale anche per i nostri malanni ai quali conferiamo identità di rappresentarci"

Ciò ovviamente vale per il nostro Essere, il nostro Sè incondizionato. Quando pensieri o malanni diventano fonti di attaccamento, ci facciamo rappresentare da essi e operiamo secondo i loro dettami. Ma il nostro Essere rimane sempre il Sè incondizionato al di là dei condizionamenti, al di là degli attaccamenti.





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