venerdì, febbraio 27, 2009

Sulla crisi

Personalmente non credo che la crisi mondiale in atto sia stata generata semplicemente da un uso spregiudicato e truffaldino di strumenti finanziari come è accaduto negli USA e non solo. Questo se vogliamo può essere indicato il punto dove è travasato il vaso, ma il vaso era pieno da anni, in cui per sostenere la crescita ad ogni costo la si drogava in ogni modo, spingendo i consumi al massimo pur di avere sempre un guadagno che si spostava percentualmente sempre più verso la fascia ricca della popolazione. Così nell'occidente ricco ciò ha comportato un impoverimento della maggior parte della popolazione che, compra oggi compra domani , ad un certo punto si è trovata senza danari per comprà e magari si è resa conto che ha comprato tante cose inutili. Adesso la profondintà della crisi credo che sia legata più a quest'ultimo aspetto che alla mancanza di liquidità. Ad un certo punto si è avuta la consapevolezza a livello globale, riferendomi ai paesi dove il benessere c'è da anni, almeno per gran parte della popolazione, che il consumare per consumare è diventata una attività non più così gratificante, soprattutto nel timore che ciò che consumo oggi potrei non consumarlo domani, in particolare a livello di beni essenziali.

La mia visione utopica mi porta a dire che questa crisi si risolve concreatamente se la consapevolezza del "consumo solo se ho bisogno", non privandomi di qualche extra che allieta il corpo e la mente in modo non compulsivo, si estenda alla più ampia parte della popolazione possibile.
Non credo nelle crisi risolte con ingenti investimenti in opere pubbliche anche quando non sono necessarie. Questo porterebbe (e temo che porterà) il sistema a un equilibrio instabile come quello precedente alla crisi.

Se consumo solo se ho bisogno inevitabilmente questo mi porterà a risparmiare. Le politiche mondiali dovranno essere orientate a far si che questo risparmio venga sempre più orientato alla parte del mondo in cui il consumare è un lusso dato che lo è spesso il mangiare.

La ricerca può far molto per permettere di mantenere un benessere consumando meno, ad esempio a livello di energia, ma se l'innovazione non è accompagnata da un cambiamento del paradigma dominante, servirà solo a mantenere un benessere economico anche crescendo di meno a livello di PIL, che non si rifletterà necessariamente a livello del singolo se la crescita continuerà ad essere divorata da una nicchia di popolazione, che ha il potere per farlo.

3 commenti:

Francesca ha detto...

E' questa quella che si può definire "decrescita"? Potrebbe benissimo essere una DECRESCITA FELICE, non credi? Comprare solo le cose che servono, concedersi qualche piacere e qualche capriccio di tanto in tanto, consumare meno energia e rallentare i ritmi...
Baci
Francesca

Francesco ha detto...

Io ci credo profondamente anche se va contro la naturale avidità umana.

Francesca ha detto...

Io non solo ci credo... vivo così già da parecchi anni!!!
Un abbraccio
Francesca

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