Sto leggendo un bel libro
che tra le altre cose tratta del come effettuiamo delle scelte, ad es. di un prodotto da comprare o di un politico da votare.
Ebbene l'aspetto che conta generalmente di più è la riconoscibilità del prodotto (o politico) più che la rispettiva qualità (o programma politico).
Per questo aziende tipo Benetton puntano molto su pubblicità generiche, magari con immagini shock, che nella coscienza collettiva imprimono più il nome della azienda che i prodotti che si vendono.
In politica il discorso per le masse è analogo: conta più che il politico sia riconoscibile che il suo programma. Non è un caso che la macchina elettorale di Berlusconi si sia mossa sempre in tal senso, mettendo spesso se stesso in primo piano.
Il riconoscimento conta tanto più quanto meno si conosce ciò che si va a scegliere rispetto alle alternative.
Queste considerazioni la dicono lunga sull'effetto che negli ultimi 15 anni ha avuto lo squilibrio del potere mediatico nella decisione di chi ci deve governare.
Quanto siamo stati liberi di scegliere?
2 commenti:
Verissimo, quasi sempre è il nome conosciuto che fa decidere un acquisto di una marca anziché di un'altra.
Indubbiamente sembra la stessa cosa anche per le persone: l'apparire conta più dell'essere. Forse anche il denaro ha una certa rilevanza... più ancora del carisma :(
Bel post, grazie Francesco e buona giornata!
Lara
Grazie Lara
la cosa che ho capito ieri sera che l'apparire conta più dell'essere a volte al di là di cosa appare.
Conosci qualcuno che usa questa tecnica per riempire continuamente giornali e TV, anche se deve contraddirsi il giorno dopo?
Solo una grande consapevolezza può farci superare questo aspetto, ma larghe masse di popolazione non sono analfabete ma poco ci manca, anche se hanno una laurea.
buona giornata anche a te
Francesco
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