sabato, giugno 20, 2009

Capitalismo e fame nel mondo

Prendo spunto da un commento ad un post della mia amica Tisbe su "Il grande successo del capitalismo: un miliardo di affamati" e riporto il commento che pressocchè ho condiviso sia su Facebook che sul suo blog.

Il capitalismo, questo capitalismo, non è il miglore dei mondi, ma al momento non ne conosciamo altri che lo siano.
Se pensiamo a cosa c'era prima del capitalismo, in Italia e altrove, non possiamo dire che andava meglio, da molti punti di vista. Il problema di questo capitalismo è la mancanza di rispetto della dignità altrui. Se questo aspetto fosse considerato, la democrazia si autososterrebbe da sola, senza la necessità di etichette tipo capitalismo o altro. Nell'ALTRUI includo anche l'ambiente.

Nonostante tutti i limiti, il capitalismo democratico, accompagnato da un sistema di sopporto ad ampio raggio delle fasce più deboli, rimane il sistema che garantisce quello che i comunusti italiani cercano di portare avanti, partendo da un presupposto sbagliato. Per essere a favore di una causa non si deve necessariamente essere contro un'altra che la contrasta, solo perchè non c'è rispetto di dignità altrui. Il problema non è il padrone, nè il potere in sè, ma l'uso che si fa della posizione di dominanza. Senza padrone non esisterebbe il dipendente, l'operaio. Inutile lottare contro il padrone per favorire l'operaio. Alla fine ci perdono entrambi e lo scontro rimane. Togliamo la necessità dello scontro e cerchiamo un dialogo continuo affinchè venga rispettata al meglio la dignità di ognuno. Cambiare terminologia, DIALOGO invece di LOTTA, di per se cambia la percezione di cosa si ha di fronte. Non a caso Obama parla di dialogo più che di guerra anche con un certo tipo di Islam. Col dialogo ad un certo punto c'è possibilità di arrivare ad una unità di intenti, seppur parziale. Con lo scontro ognuno rimane chiuso dentro le proprie barricate, che casualmente, nel caso dei comunisti italiani, si innalzano fra persone che dovrebbero parlare uno stesso linguaggio. E l'operaio vota LEGA!

Io personalmente propendo verso una SOCIETA' DELLA DECRESCITA, che non può che essere di natura capitalista, un capitalismo che gestisce risorse limitate in un contesto che assicuri il benessere di tutti, senza rinunciare ad una sana competizione basata sulla meritocrazia e sul rispetto altrui. Prima di arrivare a questo come mi auguro, credo le crisi saranno ben più dure di questa, perchè come stiamo vedendo, seppur il seme della decrescita sia in giro, e qualche piantina nella coscienza della gente stia crescendo, si sta riproponendo come soluzione alla crisi, essenzialmente la stessa ricetta di sempre. L'albero del PIL deve crescere, crescere, crescere sempre di più, senza chiederci cosa comporti questo, a livello sociale e ambientale.

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